Come seleziono i migliori ETF: 10 fattori chiave

Ti piacerebbe scoprire un metodo infallibile per scegliere gli ETF giusti per il tuo portafoglio?

Questo è il mio metodo personale che mi ha aiutato a trovare i migliori ETF in 10 semplici passi.

È il metodo che in questi ultimi 3 anni ho usato per selezionare ETF per più di 20 milioni di euro di investimenti, e oggi te lo svelo.

Prima però, lascia che ti racconti una storia…

La storia di Alessandra.

Alessandra è una giovane professionista, entusiasta di iniziare a investire dopo aver visto qualche video.

Sentendo parlare degli ETF, decide di provarci, convinta che siano la scelta giusta per far crescere i suoi risparmi.

Ma commette alcuni piccoli errori…

Alessandra sceglie un ETF che replica un indice dei mercati emergenti, pensando che “emergenti” significhi guadagni rapidi.

Ma non si rende conto dei rischi nascosti.

Il vero problema arriva quando la Cina, parte del mercato emergente in cui ha investito, entra in crisi.
Il valore del suo ETF crolla, causando perdite elevate.

Alessandra avrebbe potuto evitare tutto questo, se solo avesse letto questo esatto articolo ed avesse seguito il metodo per selezionare correttamente un ETF.

Alessandra non ha avuto questa fortuna, ma tu si.

Quindi continua a guardare questo video fino alla fine perché ti mostrerò i 10 fattori chiave che devi considerare quando scegli un ETF.

Sicuramente imparerai qualcosa che non ti aspetti e il punto 10 ti sorprenderà!

 

Il primo passo è fondamentale, eppure è quello che molti investitori tendono a sottovalutare. Senza questo, potresti finire con un ETF che non rispecchia affatto le tue aspettative.

1. Indice di riferimento

Quando si parla di ETF, l’indice di riferimento è il cuore del tuo investimento.

Ma cosa significa esattamente?

L’indice di riferimento è semplicemente un insieme di asset – come azioni, obbligazioni o altre classi di investimento – che il tuo ETF replica.

In altre parole, è la “guida” che il fondo segue per costruire il suo portafoglio.

L’indice di riferimento è cruciale perché determina la performance del tuo ETF.

Se l’indice va bene, il tuo ETF seguirà lo stesso andamento.

Se scegli l’indice sbagliato, avrai un rendimento inferiore rispetto a quello che ti aspetti.

Gli indici di riferimento sono creati da fornitori di indici specializzati.

Questi fornitori progettano, calcolano e gestiscono gli indici finanziari, che servono come benchmark per misurare la performance di investimenti come ETF, fondi comuni e altri strumenti finanziari.

Alcuni dei principali fornitori di indici:

  • MSCI (Morgan Stanley Capital International): Conosciuto per gli indici che coprono i mercati globali, come l’MSCI World e l’MSCI Emerging Markets.
  • S&P Dow Jones Indices: Famoso per l’indice S&P 500, che rappresenta le 500 maggiori aziende statunitensi, e per altri indici come l’S&P Global 1200.
  • FTSE Russell: Offre indici come il FTSE 100, che misura le 100 aziende più capitalizzate del Regno Unito, e il FTSE Global All Cap.

Gli ETF sono creati e gestiti da società di gestione degli investimenti, che replicano l’indice di riferimento acquistando gli asset che compongono l’indice stesso.

Alcuni esempi di società di gestione degli investimenti:

  • BlackRock: Il più grande gestore di investimenti a livello globale e offre una vasta gamma di ETF tramite il marchio iShares. AUM (Asset Under Management): Circa $10.4 trilioni (al 2024).
  • Vanguard: Noto per i suoi ETF a basso costo e i fondi indicizzati, con una forte enfasi sui costi contenuti e la trasparenza. AUM (Asset Under Management): Circa $8.0 trilioni (al 2024).
  • State Street Global Advisors: Un importante fornitore di ETF e gestisce una serie di fondi passivi e attivi. AUM (Asset Under Management): Circa $4.5 trilioni (al 2024).

Un buon indice di riferimento deve essere ben diversificato, rappresentativo del mercato o settore che ti interessa, e soprattutto, deve essere trasparente e replicabile.

Se l’indice è troppo concentrato in pochi titoli, ti ritroverai con un portafoglio sbilanciato.

La scelta del giusto indice dipende dai tuoi obiettivi di investimento.

Vuoi esposizione a un settore specifico?

O preferisci un approccio più generale, magari su scala globale?

Devi scegliere un indice che rispecchia esattamente ciò che vuoi dal tuo investimento.

Gli indici più comuni includono l’S&P 500, che rappresenta le 500 aziende più grandi negli Stati Uniti, o il MSCI World, che copre un ampio spettro di mercati sviluppati a livello globale.

Questi indici sono popolari perché offrono una buona diversificazione e sono facili da replicare.

Se scegli un ETF con un indice che non corrisponde ai tuoi obiettivi, vedrai performance che non riflettono le tue aspettative.

Sarai esposto a rischi non necessari e perderai opportunità di crescita.

 

Ma non basta conoscere l’indice di riferimento.

Il prossimo passo riguarda qualcosa che potrebbe sembrare banale, ma che fa una grande differenza nel lungo periodo.

2. Costo Totale (TER)

Il TER, o Total Expense Ratio, è il costo complessivo annuale che paghi per mantenere il tuo ETF.

Include tutte le spese operative, come le commissioni di gestione e i costi amministrativi, espressi come una percentuale del patrimonio del fondo.

Il TER comprende tutte le spese interne del fondo, come le commissioni di gestione del fondo, le spese per la custodia e le altre spese operative.

Non include le commissioni di transazione che paghi quando acquisti o vendi l’ETF.

I costi sono fondamentali perché influiscono direttamente sui tuoi rendimenti.

Anche una piccola differenza nel TER può avere un impatto significativo sui tuoi guadagni a lungo termine.

Scegliere un ETF con un TER più basso significa avere più soldi nel tuo portafoglio, non nelle tasche del gestore.

Il TER erode il tuo rendimento netto annualmente.

È come pagare una tassa annuale sui tuoi investimenti, e più è alta, più è pesante per il tuo portafoglio.

Un buon TER deve essere inferiore allo 0,5%. TER superiori allo 0,5% sono considerati elevati.

Tuttavia, il valore ideale del TER dipende anche dal tipo di ETF e dall’indice che replicano.

 

A questo punto, potresti pensare che sei a posto, ma c’è un’altra considerazione cruciale che molte persone trascurano.

Questa influisce direttamente sui tuoi rendimenti in modi che potresti non aspettarti.

3. Modalità di replica

La modalità di replica determina come l’ETF riesce a replicare la performance dell’indice di riferimento.

Comprendere questa modalità ti aiuta a scegliere l’ETF che meglio si adatta alle tue esigenze e alla tua tolleranza al rischio.

Esistono due modalità di replica:

  • Replica fisica
  • Replica sintetica

La replica fisica implica l’acquisto effettivo degli asset che compongono l’indice, mentre la replica sintetica utilizza strumenti derivati per ottenere una performance equivalente a quella dell’indice.

La replica fisica acquista direttamente gli asset dell’indice, garantendo che l’ETF possieda effettivamente i titoli che lo compongono.

La replica sintetica, invece, non possiede direttamente gli asset, ma utilizza contratti derivati per replicare l’indice, come swap o futures.

La replica fisica offre trasparenza e semplicità, poiché gli investitori possono vedere esattamente quali titoli sono detenuti.

Tuttavia, può comportare costi di transazione e gestione più elevati.

La replica sintetica può essere più economica e adatta per indici difficili da replicare fisicamente, ma comporta il rischio di controparte e può essere meno trasparente.

Scegli un ETF a replica sintetica se l’indice che desideri replicare è difficile da ottenere fisicamente o se vuoi ridurre i costi di gestione.

 

Ma non fermiamoci qui.

Anche con un indice giusto, un TER basso e la modalità di replica scelta, il prossimo passo è quello che ti garantisce che l’ETF sia robusto e affidabile.

4. Capitale gestito

Il capitale gestito, noto anche come AUM (Assets Under Management), è cruciale perché riflette la dimensione e la stabilità dell’ETF.

Un AUM elevato contribuisce alla stabilità dell’ETF.

Inoltre, un capitale elevato riduce la probabilità che l’ETF venga liquidato o chiuso.

Livelli di AUM (Assets Under Management):

  • AUM inferiore a 100 milioni di euro (o dollari): Questo livello indica un ETF con un basso capitale gestito. Può essere un segnale di rischio, poiché fondi con AUM inferiori a 100 milioni di solito hanno meno liquidità e potrebbero essere più suscettibili a chiusure o fusioni.
  • AUM maggiore a 100 milioni di euro (o dollari): Questo livello rappresenta un ETF che ha raggiunto una dimensione più stabile e affidabile. Superando i 100 milioni, l’ETF diventa generalmente più liquido e meno vulnerabile alla chiusura, offrendo maggiore sicurezza agli investitori.
  • AUM maggiore a 500 milioni di euro (o dollari): Questo livello indica un ETF di successo con un ampio capitale gestito. Un AUM superiore a 500 milioni è sinonimo di alta liquidità, costi potenzialmente più bassi e maggiore affidabilità nel lungo termine.

In rari casi, un ETF con un AUM molto elevato potrebbe incontrare difficoltà nel replicare l’indice a causa della complessità della gestione di grandi volumi di asset.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, un AUM elevato è vantaggioso e fornisce maggiore stabilità e liquidità.

 

Ma aspetta, c’è di più.

Anche un ETF solido può non essere adatto se non consideri come ti restituirà i tuoi guadagni.

5. Distribuzione dei dividendi e cedole

Esistono, infatti, due tipi di ETF:

  • ETF a distribuzione: Distribuiscono periodicamente i dividendi generati dai titoli nel portafoglio agli investitori sotto forma di pagamenti in contanti. Questa opzione è ideale per chi desidera un flusso di reddito regolare.
  • ETF a accumulazione: Reinvestono automaticamente i dividendi nel fondo, aumentando il valore delle quote nel tempo. Questa scelta è vantaggiosa per chi preferisce far crescere il proprio investimento senza ricevere pagamenti regolari.

Quando un ETF distribuisce dividendi, significa che i pagamenti provenienti dai titoli detenuti vengono inviati direttamente agli investitori.

Questo può fornire una fonte di reddito regolare, utile per chi cerca un flusso di denaro costante.

Un ETF ad accumulazione è vantaggioso se preferisci far crescere il tuo capitale nel tempo senza dover gestire i dividendi manualmente.

I dividendi reinvestiti automaticamente accelerano la crescita del tuo investimento grazie all’effetto della capitalizzazione composta.

In generale, un ETF ad accumulazione porta a guadagni più elevati nel lungo termine rispetto a un ETF a distribuzione, grazie al reinvestimento dei dividendi che aumenta il valore delle quote.

ETF a distribuzione vs ETF a accumulazione

Ma anche i dividendi non sono tutto.

Se investi in ETF che includono asset stranieri, c’è un altro fattore che potrebbe influenzare i tuoi rendimenti in modo significativo.

6. Copertura valutaria

La copertura valutaria è una strategia che riduce l’impatto delle fluttuazioni dei tassi di cambio sui tuoi investimenti.

Consiste nell’utilizzare strumenti finanziari, come contratti futures o opzioni, per proteggere il valore degli asset detenuti in valute diverse dalla tua.

Proteggersi dal rischio di cambio è fondamentale per evitare perdite dovute alle variazioni dei tassi di cambio.

Senza copertura, il valore degli asset esteri può fluttuare in modo significativo, influenzando i tuoi rendimenti complessivi.

Tuttavia, potrebbe non essere sempre la scelta migliore, poiché in alcuni casi la valuta straniera potrebbe apprezzarsi, aumentando i tuoi guadagni se non hai la copertura.

Inoltre, la copertura valutaria ha un costo, che non è incluso nel TER, e che va ridurre i tuoi guadagni nel lungo periodo.

ETF a copertura valutaria vs ETF senza copertura valutaria

Un altro fattore cruciale ma sottovalutato, per non trovarti con un ETF che non puoi vendere al momento giusto.

7. La liquidità

La liquidità di un ETF si riferisce alla facilità con cui puoi acquistare o vendere l’ETF senza influenzare significativamente il prezzo.

ETF con asset sottostanti molto scambiati sono più liquidi.

Un ETF liquido ha un volume di scambi elevato e un piccolo spread bid-ask.

Lo spread bid-ask è la differenza tra il prezzo di acquisto (bid) e il prezzo di vendita (ask) di un ETF.

Ecco un esempio semplice: 

  • Prezzo di acquisto è 10,00 € (ask).
  • Prezzo a cui puoi rivenderlo immediatamente 9,98 € (bid).
  • La differenza di 0,02 € è lo spread bid-ask.

Un spread basso riduce i costi di transazione e ti aiuta a ottenere un prezzo più equo.

Soglie di spread bid-ask:

  • 0,01% – 0,10%: Eccellente spread bid-ask, altamente liquido.
  • 0,10% – 0,30%: Buono, ma meno liquido rispetto ai migliori ETF.
  • >0,30%: Bassa liquidità, quindi meno conveniente per transazioni frequenti.

Più basso è lo spread, meno soldi perdi in fase di acquisto o vendita, quindi è meglio per te.

Quindi, verifica il volume di scambi giornaliero e controlla lo spread bid-ask.

 

Anche con un ETF liquido, è importante sapere come ha performato in passato.

Ma attenzione, c’è qualcosa di più della semplice performance che dovresti considerare.

8. Storico della performance

Lo storico della performance fornisce indicazioni su come l’ETF ha gestito le fluttuazioni di mercato e le condizioni economiche passate, aiutandoti a valutare la sua capacità di raggiungere gli obiettivi di investimento.

La performance passata è un indicatore utile ma non decisivo.

Deve essere considerata insieme ad altri fattori come l’indice di riferimento e il tracking error per prendere una decisione informata.

Confronta i grafici di performance a lungo termine degli ETF, analizza le loro performance rispetto all’indice di riferimento e considera la consistenza dei risultati nel tempo.

La performance passata non garantisce risultati futuri.

Le condizioni di mercato cambiano e ciò che è stato efficace in passato potrebbe non esserlo più.

Cerca coerenza nei rendimenti e verifica come l’ETF ha performato durante i periodi di volatilità del mercato.

Una performance stabile è spesso preferibile ad una crescita esplosiva.

 

E non è tutto: un ETF che sembra perfetto potrebbe nascondere delle insidie se non consideri un altro aspetto importante.

9. Età

L’età di un ETF indica la sua storia nel mercato.

  • ETF con meno di 3 anni sono considerati giovani.
  • ETF con più di 5 anni sono considerati stabiliti.

ETF con una lunga storia hanno dimostrato la loro capacità di adattarsi e resistere alle fluttuazioni di mercato.

Gli ETF più vecchi sono generalmente più affidabili, hanno maggiori masse in gestione e possiamo vedere come hanno superato vari cicli di mercato.

Inoltre, avendo più storico a disposizione, ci permettono di paragonare l’andamento dell’ETF con l’andamento dell’indice di riferimento.

 

Infatti, l’ultimo passo, ma non per importanza, è spesso il più trascurato.

10. Tracking error

Il tracking error misura quanto l’ETF si discosta dal suo indice di riferimento.

Un tracking error basso indica che l’ETF replica fedelmente l’indice, garantendo rendimenti allineati con le aspettative.

Un tracking error elevato significa che l’ETF non replica bene l’indice, e quindi i tuoi rendimenti possono differire significativamente da quelli dell’indice stesso.

Qual è un buon tracking error?

  • Tracking error inferiori allo 0,5% annuo sono considerati buoni.
  • Tracking error superiori allo 0,5% annuo sono considerati elevati.

Trovi il tracking error nella Scheda informativa dell’ETF.

Queste informazioni sono generalmente disponibili sul sito web dell’ETF o attraverso il fornitore dell’ETF.

Abbiamo esplorato tutto ciò che devi sapere per scegliere l’ETF giusto e fare investimenti intelligenti.

Se vuoi scoprire come ottimizzare ulteriormente i tuoi investimenti e risparmiare sui costi bancari, non perdere questo articolo.

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