Quali sono le banche italiane più solide?
Sei preoccupato per la solidità delle tua banca? In questo articolo, esploriamo il rischio bail-in e il ruolo del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), fornendo informazioni chiare e pratiche su come proteggere i tuoi risparmi.
In questa guida, analizzeremo:
- La solidità delle banche italiane nel 2025;
- Come proteggere efficacemente i tuoi risparmi;
- I principali indicatori di stabilità bancaria;
- Strategie pratiche per la gestione del rischio.
Inoltre, esamineremo quattro indicatori fondamentali per valutare la stabilità delle istituzioni finanziarie:
- CET1 Ratio: L’indicatore principale della solidità bancaria;
- P2R: Il requisito patrimoniale specifico per singola banca determinato dalla BCE;
- Capitalizzazione di mercato: Il valore complessivo della banca;
- CDS (Credit Default Swap): L’indicatore del rischio di default.
Il rischio bail-in: cosa devi sapere
Che cos’è il rischio bail-in?
Il bail-in è un meccanismo introdotto dall’UE nel 2016 che determina come vengono gestite le crisi bancarie.
📌 Punto Chiave: Il bail-in coinvolge direttamente risparmiatori e investitori nel salvataggio della banca, evitando l’uso di fondi pubblici.
Dal 1° gennaio 2016, questo approccio prevede che, in caso di crisi bancaria, gli investitori e i risparmiatori che possiedono determinate attività finanziarie emesse dalla banca contribuiscano al salvataggio, evitando così l’utilizzo di fondi pubblici (bail-out).
La gerarchia del bail-in
Il bail-in implica una precisa gerarchia di coinvolgimento:
- Azioni e strumenti di capitale;
- Obbligazioni subordinate;
- Obbligazioni ordinarie non garantite;
- Depositi sopra 100.000€.
Questo meccanismo comporta la perdita parziale o totale degli investimenti dei partecipanti al bail-in.

Attività escluse dal bail-in
Sono esclusi dalla procedura e non subiscono svalutazioni o conversioni in capitale:
- Depositi sotto i 100.000€, protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD);
- Obbligazioni garantite (covered bond);
- Depositi di strumenti finanziari;
- Cassette di sicurezza.

Se sei interessato a scoprire quali banche aderiscono al FITD, puoi trovarne l’elenco a questo link.
Cos’è il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e quanto garantisce?
Il FITD garantisce i depositi fino a 100.000 euro per ogni depositante in una singola banca. Questo significa che ogni depositante ha diritto a una copertura fino a 100.000 euro per ogni istituto di credito.
Se un depositante possiede più depositi presso la stessa banca, il limite di garanzia di 100.000 euro si applica sull’ammontare totale dei depositi.
Nei conti cointestati, il saldo corrispondente è diviso equamente tra i cointestatari. Ad esempio, se hai un conto cointestato con tuo padre con un saldo di 200.000 euro, la garanzia del FITD è di 200.000 euro. Tuttavia, se possiedi 100.000 euro in un conto e 100.000 euro in un altro conto presso la stessa banca, la garanzia complessiva è di 100.000 euro.
Cosa copre il FITD?
Tipo di Deposito | Limite di Copertura | Note |
---|---|---|
Conto singolo | 100.000€ | Per depositante |
Conto cointestato | 100.000€ | Per ogni cointestatario |
Più conti stessa banca | 100.000€ | Totale cumulativo |
Gli importi oltre il limite di copertura di 100.000 euro non sono garantiti dal FITD.
Il saldo superiore ai 100.000 euro del depositante viene inserito nel passivo della banca in liquidazione amministrativa e parteciperà alle distribuzioni di liquidazione.
Partecipano al FITD tutte le banche italiane, escluse le cooperative di credito (che aderiscono al Fondo di garanzia dei depositanti del credito cooperativo, con una copertura fino a 100.000 euro), e le filiali di banche extracomunitarie autorizzate in Italia, a meno che non siano coperte da un sistema di garanzia estero equivalente.
Le filiali italiane di banche comunitarie possono aderire al FITD per integrare la garanzia del loro paese di origine.
Le Poste sono una delle poche istituzioni escluse dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Il conto Bancoposta è garantito dal fondo Patrimonio BancoPosta, che investe la liquidità raccolta in titoli governativi dell’area euro e titoli garantiti dallo Stato italiano. Il libretto postale e i buoni postali sono garantiti da Cassa Depositi e Prestiti, quindi dallo Stato.
Tornando al FITD, vediamo come opera in caso di fallimento e da quali risorse è composto.
Se la mia banca fallisce e ho meno di 100.000€ sul conto, i miei risparmi sono al sicuro?
La sicurezza dei tuoi soldi dipende da diversi fattori, come il tipo di banca che fallisce e se il fallimento coinvolge banche più piccole contemporaneamente.
Ad esempio, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) è finanziato dalle banche aderenti e ha una capacità di garanzia limitata. Funziona bene quando il settore bancario è stabile o in lieve crisi, ma in caso di grave crisi finanziaria, potrebbe non essere sufficiente a proteggere completamente i tuoi risparmi.
Le banche sistemiche in Italia sono quegli istituti con un impatto significativo sull’intero sistema bancario.
Le banche sistemiche in Italia (2025)
Elenco Ufficiale Banca d’Italia:
- UniCredit;
- Intesa Sanpaolo;
- Banco BPM;
- BPER Banca;
- Mediobanca;
- Gruppo bancario cooperativo ICCREA;
- Banca Nazionale del Lavoro.
Se una di queste banche dovesse fallire, si scatenerebbe una crisi sistemica che metterebbe a rischio i risparmi dei depositanti.
Lo Stato italiano e la BCE farebbero di tutto per evitare il fallimento di una banca sistemicamente importante, attraverso interventi come il bail-out, per evitare gravi conseguenze per l’economia e il sistema finanziario.

Come è strutturato il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi?
Il rendiconto della Gestione Separata del FITD al 31 dicembre 2023 presenta un totale attivo pari a 4,6 miliardi di euro. In particolare, le disponibilità liquide sono pari a 1,46 miliardi di euro e corrispondono alla somma delle giacenze dei conti correnti accesi presso la Banca d’Italia (1,459 miliardi di euro) e Banca Intesa Sanpaolo (6,4 milioni di euro).
Le contribuzioni annuali del 2023 destinate alla costituzione della dotazione finanziaria sono depositate sul conto intrattenuto dal Fondo presso la Banca d’Italia, ai fini dell’investimento sulla base del Mandato di gestione conferito alla medesima.
L’investimento della dotazione finanziaria del FITD avviene secondo linee guida che privilegiano attività finanziarie a basso rischio e facilmente liquidabili.
I titoli detenuti a fine anno dalla Gestione Separata del FITD, risultano pari a 3,147 miliardi di euro.
A giugno 2023 la raccolta complessiva delle banche consorziate al FITD si è attestata a 2.162,5 miliardi di euro, in diminuzione rispetto ai due semestri precedenti. Nello stesso periodo si osserva anche una contrazione della parte di raccolta esclusa dalla tutela del Fondo.

A fine giugno 2023 i “fondi oggetto di tutela” del FITD ammontano a 1.154,7 miliardi di euro, in diminuzione del 5,1% rispetto a dicembre 2022 e del 4,9% rispetto a giugno 2022.
I depositi protetti, che risultano pari al 62,7% dei fondi oggetto di tutela, ammontano a 723,5 miliardi di euro, in diminuzione del 2,1% rispetto all’anno precedente.
I Fondi oggetto di tutela e i depositi protetti mostrano un trend in crescita su base decennale ma in flessione con riferimento alla ultima rilevazione semestrale, come probabile conseguenza della politica monetaria adottata dalla BCE negli ultimi dodici mesi.

La politica di investimento del FITD prevede l’allocazione dei suoi fondi, pari a 4,6 miliardi di euro, in diverse categorie.
L’allocazione di portafoglio deve rispettare i seguenti requisiti:
- durata media finanziaria massima del portafoglio di 5 anni;
- importo minimo delle disponibilità liquide nel buffer di liquidità, in contanti e se del caso strumenti di mercato monetario pari al 20%;
- importo massimo investito pari al 35% per le obbligazioni governative di ognuno dei quattro principali paesi dell’area dell’euro (Germania, Francia, Italia, Spagna) e le obbligazioni emesse dall’Unione europea,
al 15% per le obbligazioni governative a breve termine zero-coupon emesse dai quattro paesi dell’area dell’euro, al 5% per le obbligazioni governative di ogni altro singolo paese dell’area dell’euro, al 15% per le obbligazioni governative degli altri paesi dell’area dell’euro; al 35% per le obbligazioni sovranazionali, di cui il 5% per gli emittenti diversi dall’Unione europea; al 5% per le obbligazioni emesse da agenzie governative dell’area dell’euro; al 10% per le obbligazioni corporate e i covered bond. - L’esposizione geografica massima per singolo paese della Eurozona non può superare il 40%. È inoltre definita una soglia minima di investimento in titoli del comparto ESG, pari al 3%.
L’allocazione di portafoglio è improntata alla minimizzazione del Value at Risk, sul quale si effettua un monitoraggio su base giornaliera ed è oggetto di reportistica periodica al FITD.
In particolare, a fine 2023 il portafoglio aveva una duration complessiva pari a 1,56 anni; il VaR giornaliero (intervallo di confidenza 99%, osservazioni storiche di 3 anni) è pari a 0,13%.
Il CET Ratio 1 del FITD, che andremo a spiegare in seguito, è passato dal 17,2% del 2022 al 18,8% del 2023.
Dati chiave del FITD
- Dotazione finanziaria: 4,6 miliardi di €;
- Depositi protetti totali: 723,5 miliardi di €;
- Percentuale di copertura: 0,63%;
- Obiettivo 2024: 0,8% dei depositi protetti.
Quante banche aderiscono al FITD?
Al FITD aderiscono 134 banche. Su un totale di 134 banche aderenti a giugno 2023, le consorziate che appartengono a gruppi bancari significant sono 35 e detengono l’85,7% dei depositi protetti.
Le banche appartenenti a gruppi bancari less significant sono 49 con il 10,9% dei depositi protetti.
Infine, le banche singole sono 50 e rappresentano il 3,4% del totale dei depositi protetti.
Chi finanzia il fondo di garanzia?
Il fondo di garanzia è finanziato tramite le contribuzioni annuali delle banche consorziate.
Queste contribuzioni sono determinate per ciascuna banca sulla base dell’ammontare dei depositi protetti detenuti al 30 settembre di ogni anno.
Inoltre, vengono applicate correzioni in base al livello di rischio individuale di ciascuna banca, il quale è valutato mediante l’uso del modello degli indicatori gestionali applicato dal Fondo.
Il Fondo Interbancario di tutela dei depositi è sicuro?
Al 31 dicembre 2023, la dotazione finanziaria disponibile del FITD si è commisurata a circa 4,6 miliardi di euro, corrispondente allo 0,63% dei depositi protetti.
Nel complesso, dal 2015, anno di avvio della raccolta delle contribuzioni ex-ante, sono state versate dalle banche consorziate risorse per euro 6,7 miliardi, utilizzate per 2,05 miliardi per gli interventi effettuati da tale data dal Fondo.
Nel 2024, sulla base delle stime contenute nel piano di accumulo 2023, al termine del periodo di accumulo la dotazione finanziaria target ammonterebbe a 5,8 miliardi di euro, pari allo 0,8% dell’ammontare totale dei depositi protetti stimati a fine 2023.
Quindi, sebbene i depositi garantiti dalle banche aderenti al FITD ammontino a 723,5 miliardi di euro, la dotazione finanziaria attuale del FITD è di soli 4,6 miliardi di euro.
Di conseguenza, meno dell’1% dei depositi è coperto in caso di una crisi su scala nazionale.
Tuttavia, ciò non significa che il fondo non sia in grado di intervenire in situazioni di crisi limitate a singole banche o gruppi bancari, come ha fatto in passato.
Se vuoi proteggere i tuoi risparmi e non dipendere esclusivamente dal sistema bancario, ti invitiamo a contattarci per ottenere una prima analisi gratuita del tuo patrimonio.
Il team di Vision SCF è a tua disposizione per tutelarti, contattaci oggi stesso.
Quali sono gli indicatori per valutare la solidità di una banca?
Quando si valuta la solidità delle banche italiane, è fondamentale esaminare attentamente quattro indicatori chiave:
1. CET 1 Ratio
💡 Consiglio: Cerca banche con CET1 Ratio superiore al 10%.
Prima di analizzare l’importanza dei valori di CET 1 Ratio, è essenziale comprendere il concetto di Tier 1 Capital.
Il Tier 1 Capital, definito dal Comitato di Basilea, rappresenta le componenti principali del capitale di una banca, garantendo la capacità di assorbire perdite senza compromettere gli interessi dei depositanti. Questo livello di capitale riflette la capacità di operare in condizioni di solvibilità e offre una forma di sicurezza per i prestiti concessi ai clienti e i rischi associati ai crediti.
Il Comitato di Basilea classifica il capitale bancario in tre livelli: Tier 1, 2 e 3, in base alla liquidità e alla priorità nel rimborso agli azionisti. Il Tier 1, il più elevato tra i tre, fornisce una garanzia primaria ai depositanti contro le perdite e le situazioni di bancarotta.
Il calcolo della solidità di una banca si basa sull’indicatore CET 1 Ratio, che rappresenta la quantità di Common Equity Tier 1 rispetto agli asset ponderati per il rischio. Maggiore è il valore del CET 1 Ratio, maggiore è la solidità della banca, indicando una minore esposizione ai prestiti rispetto al proprio capitale.
Secondo le direttive della BCE, il CET 1 Ratio di una banca deve superare l’8%. La BCE conduce anche test di stress periodici per valutare la capacità delle banche di affrontare scenari di crisi.
2. P2R (Pillar 2 Requirement)
💡 Consiglio: Preferisci banche con P2R inferiore al 2,50%.
Il Pillar 2 Requirement è un requisito patrimoniale specifico di una banca che integra il requisito patrimoniale minimo (noto come Pillar 1 Requirement o P1R) nei casi in cui quest’ultimo sottostimi o non copra determinati rischi.
I P2R di una banca sono determinati nell’ambito del processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP). È giuridicamente vincolante e, se le banche non si conformano, sono soggette a misure di vigilanza, sanzioni incluse.
Capitalizzazione di mercato
La capitalizzazione di mercato rappresenta il valore complessivo delle azioni in circolazione di una banca, riflettendo la percezione del mercato sulla solidità e sulle prospettive future dell’istituto.
Credit Default Swap (CDS)
Il Credit Default Swap è un indicatore dei rischi di credito associati a una specifica istituzione finanziaria, consentendo agli investitori di assicurare il proprio capitale contro il rischio di default della stessa.
Esaminare attentamente questi quattro indicatori fornisce una panoramica approfondita della solidità delle banche italiane e della loro capacità di affrontare crisi finanziarie.
Classifiche Complete delle Banche Italiane
Classifica Top 10 banche per CET 1 Ratio
- Cassa Centrale Banca 24,6%
- FinecoBank 24,3%
- Banca Profilo 22,3%
- Mediolanum 22,3%
- Iccrea Banca 19,9%
- Banca Sella 19,27%
- Monte dei Paschi di Siena 18,1%
- Unicredit 15,9%
- Banca Popolare di Sondrio 15,4%
- Mediobanca 15,3%
Classifica Top 10 banche per P2R
- Credem 1%
- Mediolanum 1,50%
- Intesa Sanpaolo 1,50%
- Mediobanca 1,82%
- FinecoBank 2,00%
- Unicredit 2,00%
- BPER 2,45%
- Cassa Centrale Banca 2,50%
- Banco BPM 2,52%
- Iccrea Banca 2,53%
Classifica Top 10 banche per capitalizzazione
- Intesa Sanpaolo con 62,23 miliardi di €
- Unicredit 56,59 miliardi di €
- Mediobanca 11,49 miliardi di €
- Banco BPM 8,87 miliardi di €
- FinecoBank 8,64 miliardi di €
- Mediolanum 7,28 miliardi di €
- BPER 6,28 miliardi di €
- Monte dei Paschi di Siena 5,30 miliardi di €
- Banca Popolare di Sondrio 3,30 miliardi di €
- Credem 3,20 miliardi di €
Dati aggiornati al 22 aprile 2024.
Classifica CDS banche italiane più solide
I contratti di credit default swap (CDS) offrono una risposta alla domanda: “Quanto costa assicurarsi contro il rischio di fallimento di una società?” Questi strumenti operano come una sorta di copertura, stipulata per mitigare il rischio di default dell’emittente. Tale emittente può essere una banca, una società o persino uno stato sovrano.
Ad esempio, se una banca presenta un CDS pari a 200pb, ciò significa che il costo dell’assicurazione è del 2%. Di conseguenza, se il rendimento derivante dai titoli obbligazionari emessi dall’istituto bancario è uguale o inferiore a questo valore, l’investimento potrebbe non essere vantaggioso, poiché si pagherebbe più per la protezione rispetto al rendimento atteso.
È consigliabile evitare le istituzioni finanziarie con un CDS eccessivamente elevato, poiché un valore più alto indica un maggiore rischio di insolvenza. Prima dell’acquisizione, Credit Suisse presentava un CDS superiore a 400.
Qual è la banca più sicura in Italia?
Non esiste una risposta singola a questa domanda, si può affermare che le banche più solide in Italia sono:
- Cassa Centrale Banca (secondo la classifica per CET1 ratio)
- Credem (secondo la classifica per P2R)
- Intesa Sanpaolo (secondo la classifica per capitalizzazione di mercato)
Strumenti di valutazione del rischio
Calcolatore rischio depositi
Per aiutarti a valutare concretamente la tua situazione, abbiamo sviluppato un calcolatore che analizza il livello di rischio dei tuoi depositi bancari. Questo strumento tiene conto:
- Dei limiti di garanzia del FITD (100.000€);
- Della distribuzione dei depositi tra diverse banche;
- Delle soglie di rischio raccomandate.
Utilizza il calcolatore qui sotto per valutare la tua situazione:
Calcolatore Rischio Depositi Bancari
Come proteggere i soldi in banca?
Per proteggere i propri risparmi devi:
- Limitare i depositi sui conti correnti a meno di 100.000€: Per attivare la protezione del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi o simili, è consigliabile mantenere un saldo inferiore a 100.000€ sui conti correnti.
- Diversificare la liquidità: Se si possiedono capitali considerevoli, è preferibile distribuire la liquidità su diversi istituti finanziari.
- Scegliere banche con una solida capitalizzazione: Evitare le banche con una capitalizzazione bassa e preferire quelle con un CET 1 Ratio superiore al 10% e un Pillar 2 inferiore al 2,50%. Inoltre, cercare banche con CDS bassi.
- Diversificare gli investimenti: Investire in più asset class con una corretta diversificazione in base al proprio profilo di rischio, orizzonte temporale e obiettivi finanziari.
- Preferire strumenti efficienti: Gli ETF sono una scelta da considerare in quanto esclusi dal rischio bail-in. Tuttavia, è importante notare che il sottostante degli ETF è sempre soggetto al rischio di mercato.
- Evitare sovraesposizioni: Limitare l’esposizione ad azioni e obbligazioni di singoli emittenti (massimo 5% per emittente), soprattutto se hanno rating e outlook scadenti e CDS elevati.
Questi sono solo suggerimenti generali per la gestione dei risparmi e non costituiscono consulenza finanziaria personalizzata.
Se vuoi ottenere una consulenza personalizzata e su misura, adatta alle tue esigenze contattaci.