Cos’è una plusvalenza (capital gain)?

La plusvalenza, nota anche come capital gain, si verifica quando si vende uno strumento finanziario (come azioni, ETF, fondi, obbligazioni) a un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto. La differenza positiva tra il prezzo di acquisto e quello di vendita rappresenta la plusvalenza.

Ad esempio, se un investitore acquista 1.000 azioni a 10 euro ciascuna e le vende a 12 euro ciascuna dopo 5 anni, realizza una plusvalenza di 2.000 euro.

Plusvalenza latente e realizzata

Una plusvalenza è considerata latente finché l’investimento non viene venduto. Quando l’investimento viene venduto, la plusvalenza diventa realizzata e soggetta a tassazione.

La tassazione avviene solo al momento della vendita, trasformando la plusvalenza latente in una plusvalenza effettiva.

 

Tassazione delle plusvalenze in Italia

Dal 1° luglio 2014, in Italia le plusvalenze realizzate su azioni, fondi azionari, ETF azionari e obbligazioni societarie sono tassate al 26%. Questo prelievo fiscale viene applicato al momento della vendita dello strumento finanziario.

Le plusvalenze sui titoli di Stato, come BTP, BOT, CCT e CTZ, beneficiano di un’aliquota ridotta del 12,5%, incentivando così gli investitori a sostenere le finanze statali.

Strumento Finanziario Aliquota Fiscale
Azioni 26%
Fondi 26%
ETF 26%
Obbligazioni societarie 26%
Titoli di Stato (BTP, BOT, CCT, CTZ) 12,5%

 

Regimi fiscali per le plusvalenze

Regime del risparmio amministrato

In questo regime, la tassazione delle plusvalenze scatta solo quando viene realizzata, e gli intermediari finanziari (banche, compagnie assicurative, società di gestione, SIM) agiscono come sostituti d’imposta, trattenendo e versando direttamente le imposte dovute allo Stato.

Regime del risparmio gestito

Questo regime include anche la tassazione delle plusvalenze latenti. Gli investitori vengono tassati sui guadagni maturati annualmente, indipendentemente dal fatto che l’investimento venga venduto o meno.

Regime del risparmio dichiarativo

Nel regime del risparmio dichiarativo, l’investitore è responsabile di dichiarare le plusvalenze e minusvalenze nella propria dichiarazione dei redditi. Questo significa che l’investitore deve tenere traccia delle proprie transazioni e calcolare le imposte dovute sulle plusvalenze realizzate. Questo regime offre una maggiore flessibilità nella gestione delle proprie tasse, ma richiede anche una maggiore attenzione e accuratezza nella documentazione fiscale.

Regime Fiscale Caratteristiche
Regime del risparmio amministrato
  • Tassazione delle plusvalenze solo quando realizzate.
  • Intermediari finanziari agiscono come sostituti d’imposta.
  • Imposte trattenute e versate direttamente allo Stato.
Regime del risparmio gestito
  • Tassazione anche delle plusvalenze latenti.
  • Investitori tassati sui guadagni maturati annualmente.
  • Indipendente dal fatto che l’investimento venga venduto o meno.
Regime del risparmio dichiarativo
  • Investitore dichiara le plusvalenze e minusvalenze nella propria dichiarazione dei redditi.
  • Maggiore flessibilità nella gestione delle proprie tasse.
  • Richiede attenzione e accuratezza nella documentazione fiscale.

 

Compensazione di plusvalenze e minusvalenze

Le minusvalenze pregresse possono essere compensate con le plusvalenze realizzate su vari strumenti finanziari.

Tuttavia, ci sono delle limitazioni: le minusvalenze non possono essere compensante con plusvalenze su ETF e fondi comuni.

Se vuoi approfondire l’argomento, ti invito a leggere l’articolo che abbiamo scritto su come compensare le minusvalenze.

 

Confronto con la tassazione in altri paesi europei

Paesi senza capital gain tax

Alcuni paesi europei, come Svizzera, Belgio, Estonia, Lituania, Lussemburgo, Slovacchia, Repubblica Ceca e Turchia, non applicano tasse sulle plusvalenze finanziarie, offrendo un ambiente fiscale favorevole agli investitori.

Aliquote medie europee

In media, gli stati europei tassano le plusvalenze al 19,5%, con alcune eccezioni come Danimarca (42%), Finlandia (34%) e Irlanda (33%).

Critiche all’attuale regime fiscale italiano

L’attuale regime fiscale italiano distingue tra redditi di capitale e redditi diversi, penalizzando gli investitori e complicando la gestione fiscale.

Ad esempio, le minusvalenze non possono essere compensate con plusvalenze su fondi ed ETF, limitando le opzioni di compensazione per gli investitori.

 

Novità della riforma fiscale (legge 111/2023)

La riforma fiscale introdotta dalla Legge 111/2023 prevede la creazione di un’unica categoria di redditi di natura finanziaria, tassata secondo il principio di cassa.

Questa riforma eliminerà la distinzione tra redditi di capitale e redditi diversi, permettendo la compensazione delle minusvalenze senza eccezioni.

La riforma semplificherà il sistema fiscale, rendendolo più trasparente e favorevole per gli investitori.

La tassazione sarà applicata sul risultato complessivo netto dei redditi finanziari realizzati nell’anno, con la possibilità di riportare a nuovo i redditi finanziari negativi che eccedono quelli positivi.

 

Come costruire un portafoglio fiscalmente efficiente

Diversificazione

Per ottimizzare la fiscalità degli investimenti, è fondamentale diversificare il portafoglio, includendo titoli diretti come azioni e obbligazioni, oltre a fondi ed ETF.

Un portafoglio diversificato riduce il rischio di perdite concentrate e migliora l’efficienza fiscale.

Strategie fiscali

Gli investitori dovrebbero monitorare regolarmente il proprio portafoglio, dichiarare correttamente le minusvalenze e considerare le opportunità di compensazione per ridurre l’impatto fiscale.

Consultare un professionista aiuta a gestire meglio gli aspetti fiscali degli investimenti.

Check-up fiscale

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