Cos’è l’inflazione?
Sentiamo spesso parlare di “inflazione,” ma cosa significa davvero?
La parola “inflazione” deriva dal termine latino “inflatio”, che significa “gonfiare”.
In economia, questo termine è utilizzato per descrivere l’aumento generale dei prezzi dei beni e dei servizi, il quale porta a una diminuzione del potere d’acquisto della moneta. In sostanza, quando c’è una crescita eccessiva della quantità di moneta in circolazione, i prezzi tendono ad aumentare, comportando una svalutazione della valuta nazionale.
L’inflazione coinvolge un aumento generalizzato dei prezzi dei beni (come cibo ed energia) e dei servizi (come tagli di capelli o biglietti del treno), ma non si riferisce ai prezzi individuali di specifici prodotti. Questo fenomeno influisce su molti beni e servizi, e l’aumento dei prezzi riduce la quantità di beni o servizi che possiamo acquistare con la stessa quantità di denaro. In altre parole, l’inflazione deprezza il valore della moneta nel tempo.
Qual è un esempio concreto di inflazione?
Immagina di avere una banconota da 100 euro per acquistare il pane necessario ogni giorno. Inizialmente, il pane costa 4 euro al chilo, quindi puoi comprare 25 chili di pane con la tua banconota da 100 euro. Ma se l’inflazione fa salire il prezzo del pane a 5 euro al chilo, la stessa banconota da 100 euro ti permetterà di acquistare solo 20 chili di pane. La banconota, a causa dell’inflazione, vale ora meno in termini di acquisto di pane rispetto a prima, quando potevi comprarne 25 chili.
Gli economisti utilizzano il termine “valore nominale” per indicare il valore di una banconota in termini di denaro, mentre il “valore reale” rappresenta la quantità di beni o servizi che quella banconota può acquistare. Nel nostro esempio, il valore nominale della banconota rimane 100 euro, ma a causa dell’inflazione, il suo valore reale scende da 25 a 20 chili di pane. In altre parole, i 100 euro hanno perso potere di acquisto a causa dell’aumento dei prezzi.
Quali momenti di estrema inflazione ci sono stati nella storia?
Un esempio storico di inflazione estrema è quello della Repubblica di Weimar in Germania nell’autunno del 1923, quando il valore del marco tedesco raggiunse livelli così bassi che per fare la spesa occorreva portare carriole cariche di banconote.
Cos’è la deflazione?
L’opposto dell’inflazione è la “deflazione,” una diminuzione generalizzata dei prezzi. Tuttavia, livelli elevati di inflazione e deflazione sono rischiosi per l’individuo e l’economia in generale. Pertanto, il mantenimento della stabilità dei prezzi, ovvero un’inflazione bassa, stabile e prevedibile, è un indicatore di un’economia sana.
Com’è l’inflazione oggi?
L’ultimo dato ufficiale di agosto mostra un tasso di inflazione del 5,4% su base annua, in calo rispetto al 5,9% di luglio. Tuttavia, per capire appieno questa situazione, dobbiamo indagare più a fondo. Nel mese di ottobre 2022, l’inflazione aveva raggiunto un picco al 11,8%. Il prossimo dato relativo a settembre 2023 sarà reso noto il 16 ottobre 2023.
Ma perché oggi l’inflazione è così alta? Ci sono principalmente due cause. Innanzitutto, l’azione combinata di una massiccia iniezione di denaro per sussidi e bonus in risposta alla pandemia e l’euforia di spesa che è seguita a due anni di lockdown ha portato naturalmente a un aumento dei prezzi.
Cosa stanno facendo le banche centrali per ridurre l’inflazione?
Le banche centrali stanno facendo ogni sforzo per ridurre l’inflazione, e questo si è tradotto nell’incremento più rapido dei tassi di interesse della storia.
Attualmente, il tasso di interesse della Banca Centrale Europea (BCE), l’ente responsabile della politica monetaria dell’area euro e della stabilità dei prezzi, è al 4,5%. Appena poco più di un anno fa, a luglio 2022, era solo dello 0,5%.
Questo tasso è noto come “tasso refi” o “tasso per le operazioni di rifinanziamento”. Indica il costo del denaro che le banche devono pagare quando prendono in prestito dalla BCE. Gli istituti bancari utilizzano questa opportunità quando hanno bisogno di liquidità. I tassi di interesse interbancari, come l’indice Euribor, reagiscono alle variazioni del tasso refi, il che lo rende uno strumento importante per influenzare i tassi di mercato.
L’idea è che, aumentando i tassi di interesse, si aumenti il costo del denaro, il che rende più difficile per le persone indebitarsi e spendere. Questo porta ad una diminuzione della domanda di beni che contribuisce a frenare l’inflazione.
La situazione è in continua evoluzione, e la BCE sta monitorando attentamente gli sviluppi economici per prendere decisioni sulla politica dei tassi di interesse.
Nell’attuale contesto economico, è quindi più fondamentale che mai monitorare le proprie spese, mettere da parte regolarmente anche piccole somme, pianificare attentamente gli acquisti, sfruttare offerte e sconti, cercare alternative più economiche ed evitare il debito. Seguire questi consigli può aiutare a proteggere il bilancio familiare e preservare il potere d’acquisto.